mercoledì 30 marzo 2011

L’universo è un’illusione? Vai a vedere che JJ Abrams con Lost aveva ragione

“Le teorie di Aspect, Bohm, Pribram sulla nuova fisica scuotono i principi della scienza tradizionale: dalle particelle subatomiche alle galassie giganti, tutto è parte infinitesimale e totalità di “Tutto””.

Così inizia un articolo apparso su Stampa Libera in cui si è cercato di spiegare l’idea secondo la quale l’universo e la realtà che viviamo sia un’illusione ed in cui siamo condizionati nelle nostre esperienze attraverso il punto dal quale osserviamo. Per capire meglio ecco l’esempio che viene riportato:

Per Bohm il motivo per cui le particelle subatomiche restano in contatto indipendentemente dalla distanza che le separa risiede nel fatto che la loro separazione è un’illusione. Era infatti convinto che, ad un livello di realtà più profondo, tali particelle non sono entità individuali, ma estensioni di uno stesso “organismo” fondamentale. Bohm semplificava con un esempio: immaginate un acquario contenente un pesce. Immaginate che l’acquario non sia visibile direttamente, ma solo attraverso due telecamere, una posizionata frontalmente e l’altra lateralmente rispetto all’acquario.
Guardando i due monitor televisivi possiamo pensare che i pesci siano due entità separate, la differente posizione delle telecamere ci darà infatti due immagini lievemente diverse. Il prof. David BohmMa, continuando ad osservare i due pesci, alla fine ci accorgeremo che vi è un certo legame tra loro: quando uno si gira, anche l’altro si girerà; quando uno guarda di fronte a sé, l’altro guarderà lateralmente. Essendo all’oscuro dello scopo reale dell’esperimento, potremmo credere che i due pesci comunichino tra loro, istantaneamente e misteriosamente. Secondo Bohm il comportamento delle particelle subatomiche indica che esiste un livello di realtà del quale non siamo consapevoli, una dimensione che oltrepassa la nostra. Se le particelle subatomiche ci appaiono separate è perché siamo capaci di vedere solo una porzione della loro realtà, esse non sono “parti” separate bensì sfaccettature di un’unità più profonda e basilare, che risulta infine altrettanto olografica ed indivisibile quanto la nostra rosa. E poiché ogni cosa nella realtà fisica è costituita da queste “immagini”, ne consegue che l’Universo stesso è una proiezione, un ologramma.


Questo mi ha fatto tornare alla mente il serial televisivo Lost (di cui sono stato accanito spettatore) in cui tra le varie teorie legate all’isola e ai suoi superstiti s’era data voce di una possibile realtà illusoria in cui tutti erano già morti. Che JJ Abrams avesse avuto l’idea da di Aspect, Bohm, Pribram?

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